Elisabetta Randaccio (Critico Cinematografico, Giornalista pubblicista, operatore culturale)
I lettori di “Teorema” lo ricorderanno sicuramente, perchè nelle pagine della nostra rivista, spesso sono stati recensiti i suoi libri sulla storia del cinema. L’ultimo articolo è stato pubblicato proprio nello scorso numero e riguardava gli atti di un convegno sul capolavoro di Visconti Ossessione (Ossessione e il neorealismo, Falsopiano), che comprendeva interventi di importanti esperti come, tra gli altri, Adriano Aprà e Stefania Parigi. Paolo Micalizzi, infatti, oltre ad essere stato un valente critico cinematografico, è stato uno storico attento della settima arte, approfondendo autori e tematiche originali, privilegiando i protagonisti del cinema, che erano nati o avevano lavorato a Ferrara, dove viveva, pur essendo nato a Reggio Calabria nel 1938.
Paolo Micalizzi ci ha lasciato improvvisamente a Ottobre e sinceramente non riusciamo ancora a pensare che non discuteremo più con lui dei temi da trattare sul nostro “Teorema” o su “Carte di cinema” (la rivista online da lui fondata). Ci mancherà la sua sincera amicizia, la sua schiettezza, la sua competenza, la sua generosità. Durante le giornate della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Paolo organizzava con una vivacità e pazienza straordinaria sia il Forum FEDIC, che, ogni anno, rifletteva sui problemi del cortometraggio e dell’associazionismo culturale, ma anche il premio Fedic per il miglior lungometraggio e corto italiano presentato al Festival. Era un momento importante di confronto tra giurati provenienti da vari settori del cinema italiano (autori, critici, rappresentanti di associazioni) e Paolo dava spazio, in quella circostanza, sempre anche ai giovani, perchè aveva ben chiaro come la sopravvivenza e il futuro del cinema dovesse passare attraverso la divulgazione e la passione delle nuove generazioni. D’altronde Paolo, a 85 anni, era dinamico, aperto, privo di pregiudizi culturali, dunque riusciva a dialogare con i giovani, senza mai far sentire il peso della sua esperienza, della sua competenza.
Insomma, se ne è andato un buon maestro, un punto di riferimento culturale, un amico.
Michela Manente _(Giornalista) Conosco Paolo da talmente tanti anni che non li riesco a contare. A Venezia, alla Mostra del cinema, quando ancora si poteva entrare alle proiezioni senza prenotazione elettronica e posto fisso, lo trovavo seduto in sala al suo "solito" posto, scelto non a caso ma in forza alla ricerca della qualità della visione. Attivo da sempre, organizzatore di incontri, moderatore, comunicatore, instancabile appassionato di cinena, ha fatto sentire la sua presenza riuscendo a coinvolgere le persone e pretendendo serietà e puntualità, guidato da una meticolosa professionalità di perfezione organizzativa. Ci mancherà il racconto delle sue "storie legate alla lunga attività nella Fedic, nel Sindacato Nazionale dei Critici Italiani e nell'ordine dei giornalisti. L'ultima? Nell'anniversario della morte di Marcello Mastroianni (1924-2024) i suoi incontri con il Bell'Antonio, l'aver vissuto dal di dentro il cinema con i suoi protagonisti che ha conosciuto e intervistato, in una dinamica carriera giornalistica costelkata da innumerevoli recensioni, saggi e pubblicazioni. Da lassù ci vedrai come si guarda uno schermo non piu orizzontala ma verticale, nuova frontiera del cinema.
Mauro John Capece (regista). Arrivederci Cavalier Paolo Micalizzi, "una vera enciclopedia del cinema italiano", come lo hanno definito sia il sindaco di Ferrara nonché tanti suoi amici critici.
Se ne va, in punta di piedi, da gran lavoratore quale era, dopo aver presenziato a tanti eventi.
É un socio storico della nostra federazione, giornalista, critico cinematografico, membro del Consiglio Direttivo FEDIC - Federazione Italiana dei Cineclub , direttore artistico con Gianluca Castellini di Italia Film Fedic , responsabile del forum FEDIC alla Mostra Cinematografica del Festival di Venezia, mentore dei critici e giornalisti del futuro e tanto, tanto altro.
Paolo Micalizzi ha scritto e promulgato il Cinema italiano ed é stato importante per la Fedic e la Fedic sarà sempre piena, anche, di ció che Paolo Micalizzi ha detto e, sempre, fatto.
É stato il primo a vedere un mio lungo in dvd e mi ha telefonato dopo una settimana e parlammo molto e mi furono dati consigli preziosi e utili.
Prima di lui, solo Gian Luigi Rondi mi aveva richiamato dopo aver visto un mio film per parlare.
In settimana e recentemente, ci siamo sentiti spesso, ed é stato piacevole come sempre. Questo é l'ultimo selfie che ci siamo fatti assieme (mi prendeva simpaticamente sempre in giro per questi autoscatti).
Arrivederci al caro Paolo.
Vivian Tullio (cc Piemonte) _Caro Paolo,
non so bene come cominciare una lettera così, ma so che capirai. Vorrei scriverti una lettera come una volta, con carta e penna, né mail o messaggi visto quanto detestavi computer, mail e tutte quelle “diavolerie moderne” che ti toccava usare tuo malgrado anche se hai resistito tantissimo prima di doverti adattare alla loro presenza. Quanto amavi le parole su carta, la loro consistenza, gli appunti sui foglietti come se solo così potessero avere davvero peso e significato. La tua assenza è ancora difficile da credere e mi ritrovo a scriverti con il cuore pieno di dolore e di ricordi. Ci conoscevamo da almeno 40 anni. Ho lavorato con te per tanti anni all’ufficio stampa di Filmvideo a Montecatini come tua collaboratrice. Mi ricordo dei tuoi appunti sui fogli, gli indirizzi di posta elettronica scritti a mano che dovevo cercare di interpretare e copiare velocemente sul computer per poter inviare la mail. E commentavi sarcastico che il computer faceva perdere un sacco di tempo! Mi mancano i tuoi momenti di burbera impazienza, quando bastava un contrappunto per farti partire in quarta e mandare a stendere qualcuno. Eppure, quella rabbia ti passava subito. Lavorare con te era davvero un piacere, sia per la tua competenza sia perché sapevi pretendere il massimo senza mai far mancare il tuo sostegno. Ma non era tutto lavoro, no. Erano anche le pause per prendere un caffè, i momenti di relax fuori dall’ufficio o dal cinema insieme a Giorgio e gli altri amici, quando finite le proiezioni dei cortometraggi, a mezzanotte, non paghi delle abbondanti cene nei nostri rispettivi hotel andavamo, un piccolo gruppo di fedelissimi, a mangiarci due funghi in un bel locale di Montecatini. Un rito che abbiamo mantenuto per anni… Se Giorgio fosse ancora qui, sarebbe estremamente addolorato del fatto che ci hai lasciato e anche a lui mancherebbero le chiacchierate che facevamo e che sembravano non finire mai e che, adesso, avrei voluto durassero davvero per sempre.
So che ci vorrà del tempo per accettare la tua assenza, ma porterò sempre con me il ricordo di ciò che abbiamo condiviso in tutti questi anni. Mi piace pensare che, in qualche modo, tu sia ancora qui, pieno di entusiasmo e con la voglia di fare. “Paolo, ma come fai ad essere così attivo e instancabile?” Ti ho chiesto recentemente più di una volta… “Finché posso lo faccio, quando poi non ci riuscirò più allora mi fermerò… ma finché me la sento lo faccio…” mi hai sempre risposto con ironia…
Se è vero che le parole scritte rimangono, spero che queste ti raggiungano in qualche modo. Grazie per tutto, amico mio, sei una di quelle persone che non si dimenticano, e ti porterò sempre nel cuore.
Con affetto, Vivian.
Laura Forcella - (Booktrailer Film Festival-AGEnda Cinema). Incredibile la sua morte! Eppure aveva 86 anni, non era certo giovane! Ma chi lo conosceva sa che a 86 anni aveva ancora tanto da fare e ancora tanto faceva… Non gli bastava il tempo, diceva… C’era sempre, in tutte le iniziative, i festival, le fotografie ufficiali. Era il depositario lucido della lunga storia della Fedic che intrecciava a quella della sua vita.
L’età non aveva appannato la memoria di nomi, fatti, storie che sapeva raccontare con dettagli scolpiti. Mi incantava la precisione dei suoi ricordi e gli aneddoti che ne facevano un protagonista della storia del cinema italiano. Una mente razionale, ordinata, quasi maniacale nella volontà di tenere tutto in ordine, di reggere le fila della complessità organizzativa a cui si dedicava con impegno e acribia.
Mi era stato presentato come un tipo difficile che bisognava fare attenzione a non infastidire per non incorrere nelle sue intemperanze. In effetti con Paolo ho sempre cercato di misurare le parole -anche se lui mi rimproverava di parlare troppo-, ma più lo frequentavo e più imparavo a interpretare come una difesa quel suo carattere apparentemente respingente. Ho pensato spesso che, in realtà, avesse un cuore tenero che non volesse mostrare forse perché temeva una diminuzione di autorevolezza o mascolinità. Negli ultimi tempi, però, si era aperto a qualche dolcezza che avevo imparato a cogliere: un aggettivo gettato lì che mi identificava in modo lusinghiero, un sorriso di complicità, un’email di auguri, una telefonata più distesa. Aveva accettato persino che lo prendessi in giro quando ho chiesto alla moglie come facesse a sopportarlo. Un po’ si compiaceva del suo essere ruvido come se si fosse ritagliato un ruolo a cui non poteva rinunciare. Lo definivo spesso “il burbero benefico”.
A lui sono molto grata. Ha accolto il Booktrailer Film Festival, un progetto tra cinema e letteratura che ho curato dalla sua nascita, al Forum di Venezia e mi ha fornito indirizzi preziosi facendo da mediatore per inviti importanti. È sempre venuto a Brescia con piacere nella giornata del nostro festival apprezzando sinceramente l’iniziativa e l’ospitalità.
Lo consideravo una potenza e lui lo sapeva: ne andava fiero e me lo dimostrava cercando di far fronte alle richieste più difficili.
Mi ha introdotto nella giuria dei corti Fedic, un compito che ho vissuto e vivo come privilegio. Mi sgridava a volte come fossi una ragazzina, ma in fondo mi piaceva si proponesse da guida capace di suggerimenti su come avere un colloquio con la regista o l’attore di turno.
Lui c’era. Rispondeva sempre alle email con grande rapidità e trasmetteva l’idea di volerci essere. La sua non è stata un’esistenza passiva e inosservata. Era lì, da interpellare come uomo riconosciuto di potere, ma facilmente raggiungibile perché respingente non lo era davvero, solo lo sembrava: lo dimostrano le tante testimonianze di stima anche istituzionali, lo dimostra il disorientamento di tanti. Ma come? Aveva 86 anni, non proprio pochi… Eppure vengono subito in mente i suoi tanti compiti che sarà difficile distribuire… Una sola consolazione: anche se non conosco molto della sua vita privata, l’idea è quella che abbia vissuto bene facendo della sua passione per il cinema una professione con tante soddisfazioni e riconoscimenti ufficiali – anche cavaliere è stato nominato- e che è morto come molti vorrebbero, senza sopportare una malattia, in un modo rapido e improvviso con tanti pensieri ancora di vita. Paolo è morto da vivo: non è così scontato…
Sì, Paolo, adesso saranno i nostri pensieri a tenerti vivo! Sei ancora con noi e ti nomineremo con malinconia, anche sorridendo dei tuoi modi bruschi, delle tue insofferenze che oggi capiamo avere fatto di te quel personaggio che sei e che sarai! Grazie per quello che hai fatto! Impossibile lasciarti andare…
Ugo Brusaporco (CC Verona)
Caro Paolo
Che bello vederti correre
Con i fogli in mano
Di un nuovo incontro
Il cinema italiano
Il tuo mare
Non l'altro cinema
Quello di Cannes e Berlino e ...
No è neppure quello straniero
A Venezia
Un'idea chiara
Il cinema della nostra Italia
Inutile dirti
Non ti accorgi non vale quello degli altri
No tu duro calabrese
Hai indossato i sogni romagnoli
E ferraresi
L'idea da Vancini a Fellini
E anche Antonioni
Ma forse Michelangelo era troppo lontano
Algido
Forse guardavate lo stesso fiume e le stesse mura ma restava sulle nuvole
E tu uomo di terra calabra
Avevi altre idee
E i registi e le donne del cinema italiano
E i caposervizi dei giornali
E i comunicati stampa
E quanti incontri
E quanti inviti
E a casa con tua figlia e tua moglie
La famiglia
Ferrara
Il tuo regno rifugio
E ora
Agli amici un vuoto
L'ho visto a Venezia
Dicono in tanti
E sembra un tradimento
Il morire
Tu poi mi hai chiesto di un amico comune
Che ha perso la memoria
E mi hai detto Noi no
E ora ricordati
Io non dimenticherò
Quanto è stato bello
Averti per amico.
Gianluca Castellini
In un lampo concreto, bisognava "stringere"
per avviare la nuova intuizione
chiudere un capitolo e cominciarne un altro
in una furia di parole di cui non perdevi memoria.
Era bello ascoltare ogni esempio con le tante persone
circondate da te.
Conservo quelle tracce ma sbiadiscono
nei giorni in cui non mi parli.
Attendo una nuova telefonata per ricordarmi le volte
che incontravi Mastroianni e Fellini su Rai Movie.
Era bello aspettare i tuoi ritorni dai festival
fermarmi con la tua voce dopo le 5 del pomeriggio
per ricomporre il discorso dell’ora di pranzo.
Cosa resterà dei nostri progetti?
Delle idee appoggiate su un foglio di carta e lette
con la certezza di chi sapeva trovare il finale,
cosa faremo?
So che stai pensando: “Pensaci tu - non ha bisogno di me,
ma scrivi il mio nome in fondo alla pagina.
Sono fatto così, non mi fermerò solo perché il cuore ha deciso di farlo.”
Mario Giunco - Il cinema come passione, lunga una vita. Paolo Micalizzi, giornalista, critico e storico, operatore culturale, è scomparso a Ferrara il 19 ottobre. Nei suoi articoli, apparsi ne “Il Resto del Carlino”, in altri importanti quotidiani e periodici, nella rivista online “Carte di cinema”, di cui era direttore responsabile, nei saggi e nelle monografie, cercava di vedere un film dall’interno, “oltre lo schermo”, con parole semplici, lontane da ogni esibizionismo formale. Accanto ai grandi (Florestano Vancini), si era occupato di autori considerati minori, come Giorgio Ferroni (Calvin Jackson Padget), regista di film di genere e documentarista di rilievo (suo “L’Oceano ci chiama”, datato 1957, in cui figurano, accanto agli attori, alcuni pescatori rosetani). Per la sua attività giornalistica e culturale aveva ricevuto diversi premi a Ferrara, a Venezia e di recente a Reggio Calabria, la città natale. Dal 1999 al 2007 aveva ricoperto il ruolo di responsabile dell’Ufficio Stampa di “Roseto Opera Prima”, su invito del direttore artistico Tonino Valerii. Aveva accompagnato il periodo d’oro del festival, divenuto rapidamente famoso. Scriveva per l’edizione del decennale (2005): “Essere riusciti a far diventare nota a livello nazionale, coinvolgendo una trentina di testate, una manifestazione di provincia è motivo di soddisfazione. Ma il festival deve essere maggiormente apprezzato, perché privilegia volutamente i film ‘invisibili’ e per la particolarità della giuria, formata da un gruppo di appassionati e non dai soliti addetti ai lavori”. Nello scorso mese di giugno la Fedic (Federazione Italiana Cineclub) aveva istituito, su sua proposta, nell’ambito della 74^ Mostra di Montecatini, un premio destinato a un regista esordiente, intitolato a Tonino Valerii. In quella occasione annunciò agli amici più stretti che il suo prossimo lavoro librario sarebbe stato proprio sul suo grande e stimato amico Tonino .
Lorenzo Caravello (presidente Fedic) - Il mio incarico di Presidente Fedic è stato voluto e proposto da Micalizzi che all'epoca ( ormai 7 anni fa, in un periodo di incertezze, cambiamenti e difficoltà) propose il mio nome prima al consiglio direttivo e subito dopo a me. Non me l' aspettavo e seppur lusingato dalla fiducia ero chiaramente titubante. Mi disse che comunque mi avrebbe sostenuto e guidato, almeno inizialmente. Accettai ed effettivamente fu così. Numerose telefonate quotidiane per scambi di idee, considerazioni su molteplici aspetti. Praticamente sentivo più Paolo che mia madre ed altri famigliari. Non era sempre facile rapportarsi con lui che voleva sempre avere il polso della situazione ed il timone in mano. Ricordo che per ogni piccola iniziativa che prendevo senza consultarlo, si sentiva quasi offeso e scavalcato. Oggi al ricordo di quando, ormai per età avrei potuto annoverarmi nei " senex" mi sentii definire bonariamente" un pivellino" sorrido. L'ammirazione per le capacità di Paolo "in primis" la memoria eccellente ed invidiabile e per la sua ineguagliabile tenacia ne facevano un modello da emulare, spesso in ambito Fedic ho annunciato ironicamente:" io da grande voglio fare " Paolo Micalizzi " suscitando la comune ilarità. Nel tempo abbiamo imparato a conoscerci più a fondo, rispettando i reciproci ruoli e le rispettive personalità. Al contrario di Paolo sono sempre stato considerato pacato e mediatore e queste nostre caratteristiche si sono rivelate complementari ed efficaci a perseguire obiettivi importanti che al momento della mia nomina a presidente non avrei nemmeno immaginato. La confidenza ci ha portato poi a condividere il cibo dai rispettivi piatti come si fa in famiglia, Paolo, da buon meridionale, era una buona forchetta amava i formaggi ed anche i dolci, che aveva o avrebbe dovuto limitare per il diabete. Ultimamente mi aveva parlato di una buona soppressata portata dalla Calabria ed aspettava il viaggio a Modica anche per il famoso cioccolato. Ogni tanto io mi rivolgevo a lui in tono scherzoso usando termini siciliani e lui rispondeva con una battuta in Calabrese. Di recente mi ha raccontato di come aveva conosciuto sua moglie Mara, una storia di altri tempi con modalità di relazione ormai anacronistiche. Ho apprezzato che si aprisse con me come con un vecchio amico e rivelasse la tenerezza sotto la scorza dura che lo ha sempre contraddistinto. Cosa dire oggi... che ancora non mi capacito della sua assenza definitiva. Posso solo essere grato di quanto Paolo abbia dato alla Fedic, al mondo della cultura cinematografica e non, infine a tutti quelli che lo hanno conosciuto come uomo e che come me hanno condiviso un tratto di strada insieme.
Giuseppe Mallozzi - (Vice Presidente Fedic) Paolo Micalizzi, non si può negarlo, era un gran rompicoglioni. Non passava occasione per metterci a discutere, spesso in modo acceso, in particolare per quanto riguardava la comunicazione e l'organizzazione di Italia Film Fedic. Arrivava a portarti al limite della pazienza con la sua determinazione e con quella - a suo modo - cura maniacale per ogni dettaglio. Era questa la sua forza, ma anche il lato più difficile da gestire di un uomo che amava il cinema fino all’ultima cellula. Questo carattere combattivo, pur nella sua ruvidità, gli ha permesso di lasciare un’impronta indelebile nella Fedic, alla quale ha dedicato la sua vita. Era una figura centrale in questo ambiente, stimato e talvolta temuto, ma senza dubbio una guida per molti. Nonostante i nostri scontri – o forse proprio grazie a essi – ho finito per rispettarlo profondamente. Sapevo che dietro ogni critica, dietro ogni appunto puntiglioso, c’era una conoscenza vera e una passione che pochi hanno. Oggi, la Fedic e tutto il mondo cinematografico perdono una voce unica, che forse solo chi ha avuto la fortuna di litigarci un po’ può davvero capire fino in fondo.
Maurizio Palmieri (consigliere Fedic) Ho conosciuto e sentito parlare Paolo, per la prima volta, in un incontro dedicato ad Antonioni e mi sono detto “Questo è esperto di cinema.” In realtà durante gli incontri del Consiglio FEDIC ho avuto modo di approfondire la conoscenza di Paolo e ho cambiato parere: “Paolo è innamorato del cinema!” Sì, perché il vero messaggio che mi è arrivato da Paolo, messaggio che mi terrò stretto come suo ricordo, è proprio il suo amore per il cinema. Quando nelle riunioni del Consiglio FEDIC si affrontavano le varie iniziative culturali della Federazione, era come se Paolo accendesse il motore e tirava fuori tutta la sua passione e competenza per la cultura cinematografica… un fiume in piena ed era difficile mettere gli argini a questo suo amore per il cinema. Ciao Paolo e grazie per avermi dato l’opportunità di conoscerti!
Carlo Griseri (Cinemaitaliano.info) - Parlare di Paolo al passato non sembra possibile, anche per me che l'ho conosciuto solo negli ultimi tempi, quando lui aveva già superato gli 80 anni - un'età in cui molte persone scelgono di godersi il meritato riposo - ma dimostrava vitalità ed energie immutate, alimentate dal suo amore per il cinema e (forse ancor di più) per la critica cinematografica. Tra Montecatini, Forlì e Venezia (gli appuntamenti abituali, tra noi), e nelle telefonate durante l'anno, era sempre divertente per me cercare di star dietro ai suoi spostamenti, tra i festival in giro per l'Italia dove era sempre curioso di recarsi, per poi raccontare l'esperienza in attesa di un altro treno... senza mai dimenticare la "sua" Ferrara, di cui continuativamente tesseva le lodi e raccontava la storia. Ci mancherà. Ci manca già.
Lauro Crociani (Presidente Immagini e Suono) - Ricordare Paolo Micalizzi è doveroso, grande persona, era la colonna portante della Fedic, per il suo sapere e la sua enorme laboriosità. Al nostro Corto Fiction Chianciano Terme l’abbiamo avuto ospite più volte, ed è stato sempre un gran piacere ed onore averlo presente al festival. Nonostante l’età e i lunghi viaggi, una volta invitato, si è sempre prodigato per essere presente. Quest’anno che per vari impegni non ce la faceva, ne era sentitamente rammaricato. Di lui personalmente ammiravo la schiettezza di certi interventi, la sua intensa vulcanica creatività di idee. Durante l’assemblea era la persona che di fronte a discussioni senza fine, a volte vacue, con energia tagliava dritto con impeto “Andate tutti …e mettetelo a verbale: “L’Ha detto Paolo Micalizzi”. Ed io sorridente e festoso mi complimentavo con lui, se lo poteva permettere. Devo aggiungere che se ho avuto come Autore qualche piccola soddisfazione la devo prima a Marino Borgogni ed in questi ultimi anni a Paolo Micalizzi. Adesso si è chiusa l’ultima finestra di luce. Ci mancherà a tutti. Su in Cielo ritroverà tanti cari amici. Grazie Paolo per il tuo operato e di essere stato con noi, sarai umanamente nei nostri cuori sempre presente.
Beppe Rizzo (CC Alassio) La notizia della dipartita di Paolo mi ha molto turbato e addolorato. La memoria storica della Fedic ci ha lasciato. Di lui ci rimangono il patrimonio culturale che ha saputo trasmetterci e la signorilità che ha dimostrato in tutti questi anni. Ho conosciuto Paolo moltissimi anni fa, ne ho perso il conto.
Aser (Associazione Stampa Emilia Romagna) - Commozione e cordoglio, nel mondo del giornalismo e della cultura ferraresi, per la morte – sabato 19 ottobre 2024 a Ferrara – di Paolo Micalizzi, 86 anni, critico cinematografico e storico del cinema. Consigliere del direttivo dell’Associazione Stampa Ferrara dal 2015 al 2017, Micalizzi, storico collaboratore de il Resto del Carlino direttore della rivista online “Carte di Cinema”, ha pubblicato una quindicina di libri sul cinema ferrarese e sui suoi autori, tre cui le biografie di Florestano Vancini e Carlo Rambaldi.
Il Resto del Carlino - Addio a Paolo Micalizzi. Critico cinematografico e instancabile cronista: "Figura ineguagliabile" Aveva 86 anni e scriveva per il Carlino. Scrisse libri su Vancini e Sturla. Il sindaco: "Firma d’eccellenza, talento e passione". Giovedì il funerale.
Roberto Merlino (CC Corte Tripoli) - Soltanto poche ore prima ci eravamo sentiti al telefono e nulla lasciava presagire quello che sarebbe successo. Anzi!... Paolo mi raccontava degli impegni che lo attendevano in settimana e, come sempre, ne parlava con quell’entusiasmo e quella dedizione che lo hanno sempre caratterizzato. Con Paolo se ne va una figura storica della nostra Federazione ma, per quanto mi riguarda, mi sento di aver perso un amico, una cara persona a cui ero legato da anni di convivenza in FEDIC. Ricordo con nostalgia la sua affettuosa disponibilità nel guidare me e mia moglie quando siamo andati al Festival di Venezia; il suo fare da “angelo custode” alle persone del nostro Cineclub che pure andavano a Venezia; il suo richiedermi articoli per le riviste che mirabilmente dirigeva (Carte di Cinema e FEDIC Magazine), con la massima disponibilità a interagire e correggere eventuali imprecisioni. Ciao Paolo.
Maurizio Sciarra (Regista) - Paolo Micalizzi era un uomo gentile e appassionato. Paolo era un grande storico del cinema e un grande organizzatore culturale. Si scrive oggi dei suoi libri, fondamentali per la conoscenza del cinema e dei cineasti a/di Ferrara e del Delta del Po. Ma a me piace sottolineare la sua attività come organizzatore culturale. La Fedic, l’associazione dei cineclub, è stata parte integrante della sua vita, e il festival di Montecatini era la sua massima rappresentazione pubblica.
Valerio Caprara (Giornalista) - Per me era un intoccabile dalle umane fragilità. Un autentico dolore
ER Film Commission - Paolo Micalizzi se n’è andato. Sembra impossibile anche il solo pensare di non incontrarlo più a manifestazioni e a eventi, o di non poterlo più chiamare per un’informazione o un ricordo che lui, prontamente, forniva con un’accuratezza di particolari che stupivano sempre. La passione per il cinema, il diffonderlo e il preservarne storia e memoria, sono state per Paolo una vera e propria missione, tanto da renderlo un autorevole punto di riferimento per i professionisti del settore e gli appassionati della settima arte.
Laura Biggi (Consigliere fedic)- Caro Paolo Ti immagino ora alle porte dell'eterno presentarti con il solito cipiglio e l'impazienza di chi ha sempre troppe cose da sbrigare... se ti chiederanno di attendere tu certamente insisterai: - ditegli c'è Paolo Micalizzi. E come sempre le tue parole e la tua determinazione saranno la chiave che aprirà ogni porta ed ogni muro diventerà aria . Vai avanti Paolo e raggiungi tanti dei grandi del cinema che hai conosciuto. Noi ti terremo nei numerosi ricordi di eventi condivisi come professionista e nell'angolo del cuore in cui portiamo le persone care di cui abbiamo conosciuto l'aspetto umano.
Domenico Allocca (Amico)- Se ne andato sabato pomeriggio all’età di 86 anni Paolo Micalizzi, critico e storico cinematografico. Era impegnato, come al solito, nell’organizzazione di varie iniziative (mi aveva telefonato venerdì per parlare dell’omaggio a Florestano Vancini in occasione del cinquantesimo di “Amore amaro”) per il Centro Documentazione Studi e Ricerche, una delle sue creature: fondato con la collaborazione del Circolo dei Negozianti e del CDS Cultura Odv, che sarà opportuno intitolare a lui al più presto.
Alfredo Baldi e Milena Vukotic (Amici)- La scomparsa improvvisa dell'amico Paolo Micalizzi - alla quale altri amici della Fedic si sono associati, mi ha lasciato, a dir poco, sconcertato e senza parole. Devo infatti a Paolo la mia cooptazione nella Fedic e la mia partecipazione alle attività della Federazione a partire dal 2015. Ci mancheranno molto il suo entusiasmo, la sua capacità organizzativa, la sua instancabile attività a favore delle iniziative della Fedic.
Venice Production Bridge Cinema Department La Biennale di Venezia - Con grande tristezza abbiamo appreso della scomparsa di Paolo Micalizzi. La sua dedizione, leadership e passione per la causa che ha rappresentato hanno lasciato un'impronta indelebile nel cuore di tutti noi. In questo momento di dolore, vi porgiamo le nostre più sincere condoglianze. È difficile immaginare FEDIC senza la sua guida illuminata, ma il suo spirito e i suoi insegnamenti continueranno a vivere in ogni attività che porterete avanti. Vi abbracciamo con affetto e vi siamo vicini in questo momento difficile.
Con rispetto e solidarietà, Pascal, Chiara e tutto il nostro team
Roberto Roversi (Ucca) - Purtroppo ho saputo della ferale notizia ieri mattina. Ovviamente mi associo ad un comunicato congiunto che ricordi una figura di tale spessore. E che per me è stata, per decenni, anche un caro amico.
Ansa - È morto a Ferrara, a 86 anni, il critico cinematografico e storico del cinema Paolo Micalizzi, autore di diverse biografie tra cui quelle di Florestano Vancini e Carlo Rambaldi. Storico collaboratore del Resto del Carlino e direttore della rivista online 'Carte di Cinema', ha pubblicato una quindicina di libri sul cinema ferrarese e sui suoi autori, tra cui 'Al di là e al di qua delle nuvole.
Alan Fabbri (Sindaco di Ferrara) “Era un’enciclopedia del cinema” - Oggi Ferrara piange una delle sue firme d’eccellenza, quella che, più di altri, ha speso la sua vita a far conoscere le storie e i personaggi che hanno reso grande la nostra città nel mondo della cinematografia. Paolo Micalizzi è stata una vera enciclopedia del cinema italiano e ferrarese, ha fatto dei propri talenti e delle proprie passioni un’autentica ragione di vita, votata al fascino senza fine del mondo della settima arte. Grazie al suo costante impegno e alla sua pacata devozione, rimarranno importanti testimonianze, pubblicate sul Carlino e nei suoi numerosi scritti. Rimarrà la sua bella curiosità che contraddistingueva ogni suo pensiero”, così il sindaco Alan Fabbri, appreso della scomparsa di Micalizzi.
Marco Gulinelli (Ass.re cultura di Ferrara) “Continua a vivere nei suoi scritti” “La sua passione e il suo impegno hanno illuminato il cammino di molti, trasformando la visione del cinema in un’esperienza di sogno e riflessione. Ha insegnato a molti a vedere oltre lo schermo, a scoprire l’anima nascosta dietro ogni scena. I suoi libri e i suoi interventi sono finestre aperte sul mondo del cinema, ma non solo, invitano a sognare e anche a riflettere. Ora che il sipario è calato, il suo spirito continuerà a vivere nelle pagine che ha scritto e nei cuori di chi ha ispirato”, aggiunge l’assessore alla Cultura, Marco Gulinelli, che lo ricorda fin dagli inizi, fin dai primi concorsi della Fedic.
Antonella Santarelli (Festival Saturnia)_ Che grande dolore pensare di non ricevere più le tue mail e telefonate. Grazie per la tua amicizia, grazie per i tuoi preziosi consigli, grazie per Venezia e il premio Fedic, grazie per essere stato in queste sette edizioni ospite graditissimo del Saturnia Film Festival, siamo tutti immensamente tristi e già ci manchi. Ciao Paolo.
Mauro john Capece (Regista)_ Un uomo colto, cavaliere della patria, un critico acuto e un grande amico. Dispiaciutissimo. :(
Vivian Tullio (Cineclub Piemonte)_Una notizia tremenda per me. Caro Paolo amico da sempre, abbiamo condiviso tante cose in Fedic sia lavorative che divertenti… come dimenticare le mangiate di funghi a Montecatini dopo la mezzanotte durante il Festival? Era un rito irrinunciabile… mi mancherai
Simone Carrozzo_ Un ricordo di un vero amante del cinema e dei cortometraggi con cui ho avuto piacere ed onore di collaborare per gli eventi FEDIC - Federazione Italiana dei Cineclub inseriti nel programma della Mostra del Cinema Venezia.
Nicole Bianchi (Giornalista)_Paolo 💔 amico saggio di anni recenti, con cui c'è stata subito stima e fiducia, critico competente, vivace, appassionato, una miniera preziosa di ricordi e aneddoti narrati, e custoditi nel grande archivio cartaceo, un cuore che pulsava per il cinema.
Gianluca Castellini (Amico)_ Eri un rompiballe necessario. Era professionalità secondo te ed avevi ragione. Rompevi per raggiungere quei sospirati risultati che ti riportavano indietro ai fasti di Montecatini e Valdarno, quando il cinema era più cinema e meno "vetrinetta". Nel tuo modo di organizzare ciò che serviva c'erano molte telefonate, a qualsiasi orario e tutti i giorni. Non c'era tempo per rimandare a momenti futuri. Il momento giusto era quello che decidevi tu. Per cui gli orari erano tutti possibili, salvo la tua sosta per il pisolino post pranzo. E mi ero abituato a quel sistema. Ho sempre detto a mia moglie: "Quando il "mica" non ci sarà più mi mancherà un pezzo positivo della mia giornata". Ed è così. Sento già il vuoto dietro quella telefonata che non riceverò più. In quella telefonata c'era più di un semplice aggiornamento. C'era la stima reciproca la conferma di una idea, la critica per chi la pensava in modo diverso, lo studio di un nuovo progetto. Te ne sei andato per l'ennesimo festival. Immaginando anche il tuo ultimo saluto. Non mi rompete i co.. il cinema è una cosa seria.!
